Doping, Wiggins: “Le accuse contro di me hanno distrutto la mia famiglia. Stimo Armstrong, Sagan e Thomas non sono liberi di parlare”
Bradley Wiggins torna a parlare delle accuse di doping che lo hanno riguardato negli ultimi due anni. Nel corso di una lunga intervista concessa a The Guardian per presentare il suo libro, Icons, il vincitore del Tour de France 2012 e campione olimpico britannico ha ripercorso i mesi vissuti dopo le accuse ricevute in merito all’utilizzo del triamcinolone, un corticosteroide che, oltre ad aiutare l’asma, migliorava il rapporto pesa/potenza e che gli sarebbe stato somministrato prima degli exploit di quella stagione: “Non è un libro su questo argomento – ha chiarito – perché ci sono persone più importanti, competenti e con più poteri per fare qualcosa contro il doping”.
Wiggins, che nel corso della lunga intervista si è anche soffermato sulla sua passione per il ciclismo nata durante l’infanzia, ha poi proseguito: “Vedere la propria famiglia soffrire è terribile. Questa vicenda ha quasi ucciso mia moglie Cath, che è finita in riabilitazione. È bipolare e si vergogna degli sguardi della gente, ma ora sta migliorando. La mia vita è cambiata in maniera drammatica dopo la vittoria al Tour. I miei figli hanno sofferto, abbiamo dovuto spostarli di scuola e le cose sono andate di pari passo con le ammissioni di Armstrong sull’utilizzo del doping. I bambini leggevano i titoli sui giornali e i genitori dei loro compagni dicevano altre cose. C’è stato un processo incontrollato da parte dei media, che hanno distorto la realtà dei fatti”.
La rabbia di Wiggins è ancora evidente: “Se fossi stato un assassino mi avrebbero concesso più diritti, non avrei ricevuto tutti questi articoli contro e avrei avuto un processo equo. Sarei stato assolto o giudicato colpevole, e non come è successo. Mi sono trovato in mezzo senza che ci fossero prove di un eventuale illecito”.
Nell’occasione l’ex pistard è tornato anche a parlare di Lance Armstrong, argomento che gli è costato la dura reprimenda del numero uno dell’UCI, David Lappartient, nei giorni scorsi: “Tra di noi c’è rispetto reciproco e ci sentiamo spesso. Il mese scorso ho preso porto alla Gran Fondo di George Hincapie, ma lui non può partecipare e mi sembra esagerato che non possa essere al via neanche ad eventi del genere, visto che non credo voglia vincere la bici Scott in premio. Per me è brillante, lo adoro. Non ha paura di dire quello che pensa. In questo ambiente troppe persone non sono autorizzate a mostrarsi per ciò che sono. Peter Sagan è la stella del ciclismo attuale, ha la mia personalità ma è come un bambino intrappolato nel corpo di un adulto. Anche Geraint Thomas ha personalità ed è divertente, ma corre nella Sky e lì non si può dire ciò che si pensa”.
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